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La grande bellezza.

Il Ponte della Musica-Armando Trovajoli collega pedonalmente, idealmente e visivamente il complesso del Foro Italico con quello, moderno, del Maxxi e dell’Auditorium. Traccia una linea, tra l’asfalto del lungotevere e il cemento dei palazzi, che unisce il verde dell’imponente Monte Mario con quello di Villa Glori. E’, a mio personalissimo giudizio, uno degli interventi urbanistici più riusciti fatti a Roma negli ultimi anni (peraltro un ponte in quella zona era previsto già nel piano regolatore del 1929).

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La luce che abbaglia al centro delle foto (che ho scattato oggi pomeriggio), però, non è causata dai flash di turisti intenti ad immortalarne la suggestiva prospettiva. Ma da uno dei 3 camion-bar che si apprestavano ad assediarne l’accesso dal lato di Piazza Gentile da Fabriano. Casomai agli spettatori del Teatro Olimpico o ai tifosi di Roma-Chievo scappasse un’improvvisa e contemporanea voglia di panino con la salsiccia…

Mi sembra si possa dire che l’effetto faccia, oggettivamente, ca***e.

Ah, giusto per la cronaca, il 3 novembre il M5s (insieme a Forza Italia, Fratelli d’Italia e – ebbene sì! – Sinistra Italiana) ha votato una mozione contro la direttiva Bolkestein (QUI). Magari per loro invece a Roma è tutto bello, bello, bellissimo [cit].

La grande bellezza.

Stamattina, centro di Roma, 50 mt (più o meno) da Fontana di Trevi. Due operai. Divisa fluorescente d’ordinanza, tablet in una mano, sacchetto di asfalto rapido nell’altra.

“Aho, l’ho trovata!”

“Sarà questa?”

“Si si, anvedi che buca”

“Eh, questa va riempita bene”.

“Apposto. Caffè?”

Roma buche
Roma, 14 dicembre 2016, vicolo del puttarello.

Non c’è che dire, un lavoro accurato.

Risposta.

http://www.gazzetta.it/Formula-1/04-11-2015/formula-1-hamilton-schumacher-fan-club-kerpen-130785007497.shtml

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Basterebbe così poco per rispondere a quest’uomo da niente.

Basterebbe, per esempio, ricordargli che deve gran parte della sua carriera alle vittorie ottenute con una scuderia, la McLaren, che progettava macchine ed evoluzioni grazie allo spionaggio industriale.

Basterebbe ricordargli che se Timo Glock non si fosse spostato (apposta) all’ultimo metro dell’ultima curva del Gran Premio del Brasile, nel 2008 il mondiale l’avrebbe vinto Felipe Massa.

Ma forse è meglio rimanere in silenzio, a fissarne la capigliatura da mohicano d’accatto e la vacuità dello sguardo tipica dell’ottuso. E spaccargli il c**o in pista l’anno prossimo, senza pietà.

#ForzaMichael #KeepFightingMichael

LDAPOST della domenica. Juventus-Roma 3-2. Malabolgia.

G. Doré, Le metamorfosi dei ladri.
G. Doré, Le metamorfosi dei ladri.

Com’io tenea levate in lor le ciglia, 

e un serpente con sei piè si lancia 

dinanzi a l’uno, e tutto a lui s’appiglia.

Co’ piè di mezzo li avvinse la pancia, 

e con li anterior le braccia prese; 

poi li addentò e l’una e l’altra guancia;

li diretani a le cosce distese, 

e miseli la coda tra ’mbedue, 

e dietro per le ren sù la ristese.

Ellera abbarbicata mai non fue 

ad alber sì, come l’orribil fiera 

per l’altrui membra avviticchiò le sue.

Poi s’appiccar, come di calda cera 

fossero stati, e mischiar lor colore, 

né l’un né l’altro già parea quel ch’era:

come procede innanzi da l’ardore, 

per lo papiro suso, un color bruno 

che non è nero ancora e ’l bianco more.

Li altri due ’l riguardavano, e ciascuno 

gridava: «Omè, Agnel, come ti muti! 

Vedi che già non se’ né due né uno».

Già eran li due capi un divenuti, 

quando n’apparver due figure miste 

in una faccia, ov’eran due perduti.

Fersi le braccia due di quattro liste; 

le cosce con le gambe e ’l ventre e ’l casso 

divenner membra che non fuor mai viste.

Ogne primaio aspetto ivi era casso: 

due e nessun l’imagine perversa 

parea; e tal sen gio con lento passo.

Dante Alighieri, Inferno, canto XXV.

Ve vojo vede’ così: mostri schifosi.