Traendo spunto da questo articolo del Corriere della Sera, ieri ho iniziato su Facebook una interessante discussione con un mio amico sull’operato del sindaco in questi primi mesi di governo della città. Ne è venuta fuori una considerazione sulle aspettative (personali e generali) che sono state la base della sua elezione e che, mi fa piacere riportare anche sulle pagine del blog (provando a dargli una forma un po’ più leggibile..). D’altronde esprimere un giudizio tranchant dopo soli 6 mesi di consiliatura sarebbe sbagliato, così come lasciarsi andare ad una celebrazione tout court quasi si fosse ancora sull’onda della vittoria elettorale. Fiducia e perlessità, dunque. Qualche apprezzamento e, contemporanemente, qualche delusione (tanto per mantenermi in contraddizione continua anche con me stesso). Peraltro, il tema dell’articolo del Corriere, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale della città, mi sta particolarmente a cuore, sia come cittadino che come “addetto ai lavori”. La chiusura al traffico privato di una parte di Via dei Fori Imperiali è stato uno dei fiori all’occhiello della campagna elettorale del Sindaco. Ed in effetti si è arrivati al primo step di questo processo nei modi e nei temi previsti. Pur ritenendo indispensabile un urgente intervento di revisione della mobilita’ nella zona, credo sia stato sbagliato iniziare con il centro storico. Avrei preferito si fosse iniziato avviando progetti ugualmente ambiziosi ma piu’ “decentrati”, magari con la pedonalizzazione permanente di tratti stradali nelle periferie. Sia perchè credo che sia necessario favorire la mobilità alternativa anche in punti della città meno “famosi” ma, paradossalmente, più abitati e frequentati. Sia per evitare di trasmettere l’idea di un interesse rivolto solo al “bel salotto” del centro storico, di richiamarsi cioè a quei tratti distintivi del veltronismo su cui Alemanno aveva costruito parte della sua vittoria elettorale. Allo stesso tempo ritengo che i passi che si stanno muovendo per la riorganizzazione interna di uffici comunali, burocrazia e municipalizzate oltre ad essere un importante segnale di modernizzazione marchino davvero la differenza con cio che è stato prima, con la parentopoli di recente memoria. Ci vorrà tempo, sicuramente più di quello previsto e dichiarato in campagna elettorale (e anche questo è un errore, Roma aveva, ed ha, bisogno di fatti) ma ci stiamo allontanando dal “buco nero” (in tutti i sensi) in cui era precipitata Roma durante l’amministrazione Alemanno.
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‘na serataccia
DATA: Sabato 3 Agosto. ORE: 23 circa. LOCATION: Roma, incrocio tra via del Teatro di Marcello e il Vico Jugario.
C’è tanta gente in giro, è la sera d’inaugurazione del tratto chiuso al traffico di veicoli privati di Via dei Fori Imperiali. Sono previsti spettacoli di teatro, danza, musica fino a tardi. Ci sono famiglie che vanno e vengono, turisti, ragazzi, anziani, semplici curiosi e appassionati. C’è parecchio casino, ma è normale. Fatico a trovare un parcheggio libero per lo scooter. Un parcheggio regolare, intendo. Non mi va di lasciarlo sul marciapiede, non lo faccio mai, è una di quelle cose su cui mi fisso e non transigo. Lo trovo un gesto di un’inciviltà esagerata. Il punto è che parcheggi non se ne trovano perché sono praticamente tutti occupati da automobili. Continuo a girare, mi allontano, e risolvo. Niente di che, tutto normale.
Passeggiando per andare verso il Campidoglio, all’incrocio tra via del Teatro di Marcello e il Vico Jugario, tre vigili chiacchierano tra di loro comodamente appoggiati alla loro fiammante punto griffata Polizia Roma Capitale. Rivolti verso la strada? No. Girati di spalle. A 20 metri da loro, un paio di macchine fanno comodamente manovra per parcheggiare approfittando di alcuni posti che si sono appena liberati. “che culo, penso”. Poi in effetti mi accorgo che i posti che si sono liberati sono proprio su quei parcheggi riservati ai motocicli che cercavo prima..

Lollo (nella parte de “il moralizzatore”): Buonasera mi scusi, potreste evitare che le macchine parcheggino nei posti riservati ai motorini? Così non si occupano i marciapiedi e stasera siamo tutti più contenti.
Vigili (in coro): Eh?
Lollo: Salve, no dicevo se vi giraste vi accorgereste che le macchine sono sui parcheggi dei motorini e i motorini sul marciapiede. Mi sa che sono fesso io che ho parcheggiato più lontano..
Vigile 1: Si
Lollo: Eh? Cioè sarei fesso io?
Vigile 1 (sigaretta in bocca): Si
Vigile 2 [interrompendo l’altro]: eeeeeehhhh ma oggi è ‘na serataccia.
…e riprendono a fumare e a parlare.
Ah beh, se l’abbattimento del traffico e il cambiamento della mobilità – e delle abitudini – sono tra le priorità della giunta direi che si parte col piede giusto. Tanto giornatacce e seratacce a Roma non capitano mai..
PARTECIPAZIONE E’?
PARTECIPAZIONE E’ INFORMAZIONE, AUTORIZZAZIONE, GIUSTIFICAZIONE O…PEDONALIZZAZIONE?
Notizia di questi giorni, il Comune di Roma ha indetto un referendum online sul progetto di chiusura al traffico privato di parte di via dei Fori Imperiali. Una serie di domande a cui si può rispondere tramite Facebook o attraverso il sito del comune. Nulla di trascendentale o particolarmente rivoluzionario, dopo una registrazione obbligatoria (inevitabili le prime polemiche su presunte manipolazioni dei risultati attraverso l’uso di email fittizie) viene richiesta la zona di residenza, quella nella quale si lavora, la frequenza con la quale si transita in via dei Fori, il mezzo di trasporto usato per farlo, se si conosce il progetto di pedonalizzazione, quali sono le criticità e quanto si è favorevoli al progetto. Si possono, poi, lasciare suggerimenti o avanzare delle proposte. Partecipazione ampia, quindi.
La trovo una idea sbagliata. Nei tempi e nei modi.
Piani di questo tipo dovrebbero essere progettati, spiegati e realizzati in base alle ricadute positive che avranno sulla città nel lungo periodo: miglioramento della vivibilità, tutela del patrimonio storico artistico, tutela ambientale, ricadute economiche ecc. Non possono e non devono essere esaltati, criticati o “inquinati” da forme di consultazione che attraggono, “di pancia”, gli ultras del sostegno o della critica. Non c’è dubbio che i residenti si troveranno a fare i conti con un primo impatto che li costringerà a stravolgere alcune abitudini. Così come il fruitore della versione domenicale dei Fori, completamente pedonali, sarà con ogni probabilità un convinto sostenitore del progetto. Più di tanti altri – tecnici, burocrati o politici – saranno i “pendolari cittadini” che si spostano tra metro e autobus per lavoro ad aspettarsi le “rogne” più grandi in termini di traffico. Ma è sbagliato fossilizzarsi sugli ingorghi di questi primi giorni di sperimentazione dovuti anche ai contemporanei (e necessari, imprescindibili!) lavori di rifacimento e manutenzione di marciapiedi e carreggiate. E’ evidente poi che gli operatori turistici si dimostreranno entusiasti (e ci mancherebbe altro..) vedendone subito le ricadute positive in termini di attrattività e indotto, così come i commercianti volgeranno subito il pensiero (e magari più di qualche “vaffa”) verso i primi, inevitabili disagi.
http://www.ilmessaggero.it/roma/campidoglio/fori_pedonali_merulana_commercianti/notizie/302512.shtml
E allora?
E allora una giunta seria se ne deve fregare. Non deve badare ai “Mi Piace” o alle prese in giro sui social network. Roma non si amministra attraverso le pagine e i post di facebook.
Individuato l’obiettivo, realizzato il progetto, organizzate le tempistiche di intervento (riorganizzazione della viabilità, ampliamento e riorganizzazione della rete di mezzi pubblici, ciclabilità ecc.), si proceda a passo spedito! Senza eccessive smanie di protagonismo o voglie di “metterci la firma”, ma anche senza permettere che rivalità politiche (o semplici antipatie perché – diciamoci la verità – in quanto a empatia Marino ha ancora parecchio da imparare..) o disagi personali possano rallentarne, se non comprometterne, la realizzazione e la riuscita.
Un esempio pratico: il progetto di pedonalizzazione del centro di Firenze. E’ stato contestato aspramente dai commercianti e dagli albergatori. Ma è stato assorbito dalla città e percepito come un miglioramento della qualità di vita e di lavoro, oltre che come un valore aggiunto per l’offerta turistica (fondamentale peraltro per la “vita” di gran parte delle categorie inizialmente sulle barricate).
Mi chiedo: che senso ha realizzare un progetto che, di fatto, rivoluzionerà una parte fondamentale della città e voler allo stesso tempo inseguire l’acclamazione popolare a furia di consultazioni online? Il comune deve prendere la decisione che ritiene migliore per la città, per l’idea che ha proposto (e che è stata scelta) di città. Farsi carico delle critiche e risolvere gli eventuali bugs del progetto. E permettere alla città di assorbire i cambiamenti.
La consultazione, in fin dei conti, c’è già stata. Poche settimane fa. Marino è il sindaco di Roma, e questo progetto era uno dei punti cardine della sua campagna elettorale. E le alternative non mancavano. La proposta a 5 stelle, il cuore di Marchini, la parentopoli di Alemanno. C’era la sinistra radicale e c’era la destra estrema.
Adesso non è il momento di perdersi in chiacchiere, ma di fare. E non si possono mettere sullo stesso piano le critiche costruttive, le opinioni – a volte anche discordanti – degli addetti ai lavori con le banalità gridate dagli “strilloni di internet”, postate su facebook grazie allo smartphone dal sedile della macchina, “che tanto stiamo fermi in un ingorgo”. Macchina presa per fare 500m, magari.