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Le ombre di Rocco Schiavone non sono fatte per la TV.

Per una personalissima questione di principio, con un’applicazione ossessiva ho letto tutti i libri di Manzini che hanno come protagonista il vicequestore Rocco Schiavone prima dell’inizio della serie tv. E ho fatto bene.

Manzini Rocco Schiavone SellerioSchiavone è un personaggio fatto di ombre, cupo. Che trasmette un’idea di vuoto, di solitudine, ai limiti della crisi di panico. E’ un personaggio degno di Jo Nesbo. Respingente. Tormentato e silenzioso. Ma nelle pagine di Manzini i silenzi rimbombano come grida di rabbia, come disperate e inconsce richieste di aiuto. Ed è in quei silenzi che la storia di Schiavone, il suo passato, il suo vissuto, si “nasconde” prima di colpire chi legge con la potenza improvvisa e inaspettata di un colpo da KO. Rocco Schiavone, per intenderci, è lontano anni luce dalla melassa radical chic in cui Camilleri ha, ormai da tempo, immerso il commissario Montalbano.

No. La televisione non è, e non può essere, la sua dimensione.

Marco Giallini Rocco Schiavone fiction Rai2

“Dimenticanze”.

Ieri sera nella trasmissione “Di Martedì” ho sentito la Meloni (la candidata a Sindaco di Roma che “non è mai stata fascista”, per intenderci) parlare di Isis e di lotta al terrorismo. Ne parlava, ovviamente, nel modo tipico della nuova destra salviniana sapientemente shakerata coi 5stelle.

Quel modo superficiale e demagogico che su Twitter diventa trend topic con il rilancio dell’hastag #StopIslam, e si sublima su Facebook nei post dove la foto di un personaggio famoso è spacciata per quella di qualche immigrato condannato per reati sessuali.

Quel modo che mischia grossolanamente notizie e invettive, considerazioni e banalità, politica estera internazionale ed interessi di cortile.

Ha parlato (e, francamente, ritengo a ragione) di Europa “sotto attacco”. Ma puntando l’indice sulla presunta inadeguatezza del governo in tema di politica estera ha omesso di ricordare che intanto Erdogan (amico stretto del suo vecchio amico Berlusconi, di cui adesso scarica le scelte, ma nel cui governo è stata Ministro) tra un divieto di twittare e un oscuramento di Youtube, sta sterminando i Curdi. Cioè quegli uomini e quelle donne che hanno risposto e rispondono colpo su colpo agli attacchi delle milizie di Daesh. A Kobane, a Tell Abyad o lungo la frontiera tra Turchia e Siria.

Ha parlato (a ragione) di Europa sotto attacco da parte di un “gruppo terrorista” finanziato da quell’Arabia Saudita che decapita gli omosessuali. “Dimenticandosi”, però, nell’improvviso afflato rainbow, di aver annunciato la sua gravidanza durante il Family Day di Gandolfini, quello che ritiene i gay malati da curare e l’amore omosessuale alla stregua di quello tra cane e padrone.

Dimenticanze.

Che segnano il confine tra un ragionamento ed una serie di colossali stronzatè.

Così, per dire.