Archivi tag: Nesbø

Il cacciatore di teste. Non il migliore Nesbø, ma non da buttare.

Sicuramente non è la miglior prova di Jo Nesbø.

Jo Nesbø, il cacciatore di teste, Einaudi.
Jo Nesbø, il cacciatore di teste, Einaudi.

Il ritmo stenta tanto all’inizio, quando si svelano le due nature del protagonista (infallibile cacciatore di teste e inafferrabile ladro di opere d’arte). E accelera in un vorticoso crescendo (anche eccessivamente) nella seconda parte. Inseguimenti, violenze, un po’ di sesso ed esagerazioni varie che sembrano strizzare l’occhio più alle serie tv che al noir. L’immersione del protagonista nei liquami di un bagno (e successiva descrizione del “panorama” da quel privilegiato punto di vista), ad esempio, scatena l’irrefrenabile esigenza di andare avanti nella lettura. Più per sedare il voltastomaco che per la suspence, però.

Nonostante questo Nesbø offre – come consuetudine – personaggi interessanti, mai banali. Non c’è un “eroe”, stavolta. Roger Brown non suscita simpatia. Tantomeno alcun genere di empatia. Anzi, è lontano anni luce dalla carica umana e sentimentale di Harry Hole (perchè tanto, i personaggi di Nesbø è con Hole che devono confrontarsi). Però, non è un personaggio “vuoto”. Ha un vissuto, un carattere, debolezze e obiettivi (più o meno leciti). E’, insomma, un personaggio originale. E’ questa, secondo me, la caratteristica che rende grande Nesbø. I suoi personaggi sono sempre diversi, nessuno è mai la copia (anzi, la brutta copia) di altri.

Non è la miglior prova di Nesbø, dicevo. Ma non è un thriller da buttare.

Sangue e neve.

Jo Nesbø, Sangue e Neve. Einaudi.
Jo Nesbø, Sangue e Neve. Einaudi.

Nesbø non tradisce le attese. E dalla sua “penna”, accantonato Harry Hole (da cui dichiara di essersi solo “preso una pausa”), nasce Olav. Un killer dislessico e “astratto”. Che non sa guidare, non sa far di conto, che legge tanto ma a scrivere va “più adagio di quanto cresca una stalattite“. Un killer innamorato di Maria, una ex prostituta zoppa, e sordomuta, ma travolto dalla passione per la bellissima Corina, la seconda moglie (che, per inciso, avrebbe dovuto uccidere) del suo “datore di lavoro”, il boss Hoffman. Un personaggio straordinario, per i cui diritti – si dice – Leonardo Di Caprio e la Warner Bros sono pronti a sborsare milioni.

Scegliendo uno stile più asciutto e diretto, e senza rinunciare alla consueta ironia, Nesbø crea una storia con tutti gli elementi del noir. Dalla rivalità tra bande ai conflitti a fuoco, dal traffico di droga ai regolamenti di conti, fino al colpo di scena finale. Che questa volta, però, assume sfumature romantiche, sentimentali. Proprio come Olav.

C’è poco da dire, Nesbø è un fuoriclasse.