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Quaranta.

Non sono tanti quarant’anni. Non sono mica tanti, quarant’anni, se li hai passati a inseguire quello che è il sogno di tutti noi, a realizzarlo e, poi, a reggerne il peso. Passati a renderci sopportabili le sconfitte, a proteggerci dalle figuracce. A ripararci dalla pioggia. E quanta ne è caduta, di pioggia…

Non sono mica tanti quarant’anni se li hai passati a regalarci i tuoi successi. A farceli godere come se li avessimo conquistati noi. Come se in campo, al posto tuo, con quella maglia e quella fascia, ci fossimo stati tutti noi, tutti insieme.

Non sono tanti, quarant’anni, per un fratello maggiore.

Buon compleanno Francè.

Francesco Totti 40 4x10 Compleanno 27 settembre 2016

3 pensierini veloci di fine stagione.

1) Higuain ha battuto il record di Nordahl. La Roma è il miglior attacco della Serie A (nonostante Dzeko). Il campionato, però, lo ha vinto la squadra con la miglior difesa. Come sempre.

2) Pjanic, Nainggolan, Strootman (#DajeKevin) e De Rossi, formano un centrocampo mostruoso. Fatecelo godere un po’. Quantomeno come risarcimento per averci fatto vede’ Greco, Simplicio, Gago e Tachtsidis.

3) In 5 mesi Spalletti ha dimostrato come gli allenamenti, la tattica, l’addestramento, la preparazione delle partite e l’applicazione contino in molti casi più del nome e del numero sulla maglia, in qualche altro caso almeno quanto il nome e il numero sulla maglia. Ma anche come gli allenamenti, la tattica, l’addestramento, la preparazione delle partite e l’applicazione giovino a tutti i nomi, a tutti i numeri, e a tutte le maglie. E non è poco.

Ergo, con la sobrietà di sempre, dateme un terzo centrale coi fiocchi (Benatia, se ce scappa), un terzino destro titolare, non toccate il centrocampo, e s’abbracciamo.

Roma-Torino 3-2. Tre minuti.

L’ho scoperto, finalmente.

Quello che ho temuto ci fosse negato da un ineluttabile destino.

Quello che troppe volte c’è sfumato davanti agli occhi, in un attimo.

Quello che ciclicamente proviamo a ricercare lontano, nell’inossidabile “proyecto” tinto di blaugrana o nell’operoso e “testaccino” Leicester. Aggrappati alle sfumature malinconiche del nostro passato, per sentirci parte – anche piccola – di una felicità “altra”.

Quello che in molti c’hanno descritto, sorridenti e irridenti, prima di indicarci i provinciali confini del nostro limitato orizzonte. Quello che hanno provato a spiegarci, saccenti e presuntuosi, puntando il dito contro i nostri sentimenti da Raccordo Anulare.

Ieri però l’ho scoperto, finalmente, com’è ‘na gioia. In tre minuti.

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E questa è la differenza che c’è tra noi, e tutti gli altri.