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LDAPOST della domenica #12 – 5 lunghi giorni – Roma-Napoli 2-0

Così sembra davvero troppo semplice. Sembra facile scrivere di una partita vinta dopo 5 giorni.  Le immagini hanno chiarito ogni dubbio sugli episodi della partita, gli animi si sono calmati e il giudice sportivo ha avuto tutto il tempo per squalificare una decina di curve, qualche distinto e un paio di tribune in giro per l’Italia sull’onda emotiva della “discriminazione territoriale”, la novità per la stagione 2013/2014 ideata dalla fervida mente di Tosel.

In 5 giorni i quotidiani sportivi la partita l’hanno archiviata. Il Corriere dello Sport si è concentrato e smentito almeno un paio di volte sulle presunte dimissioni di Pektovic. La Gazzetta ha dedicato dalle 8 alle 12 pagine al ritorno di Kakà e  Balotelli in Champions League. TuttoSport ha annunciato altri sette acquisti della Juve per gennaio e un top-player (sempre lo stesso da due anni a ‘sta parte, presumo) per giugno.

In 5 giorni Sky ha fatto diventare la clip di presentazione di Real Madrid-Juventus un tormentone tipo “Zalele”.

A me 5 giorni sono serviti solamente per rendermi conto che:

1) Avere un portiere non è un sogno irrealizzabile, e che volevo proprio vedè se Pandev c’avesse avuto davanti Goicoechea. O Stekelenburg. O Lobont. O Curci. O Zotti. O Pelizzoli. O Antonioli. O Sterchele, te lo ricordi Sterchele? Dio mio..

2) Che le punizioni si possono tirare a giro, e segnare.

3) Che Orsato di Schi[f]o i rigori te li può pure dare. Perchè Borriello sarà pure stato furbo, ma se il difensore te s’attacca addosso come ‘na cozza sugli scogli c’è poco da fa’, è rigore.

4) Che Totti s’è fatto male. E se tutto va bene torna a dicembre. E semo rovinati.

5) Che semo rovinati, ma intanto stamo in fuga. E allora, viva la fuga.

La bellezza, la morale e l’evasione fiscale.

La diffusa e sistematica evasione fiscale è uno dei cancri dell’Italia. Sia chiaro e sia chiara la mia opinione. Sia altrettanto chiaro che Equitalia applica un sistema di verifica e recupero estremamente iniquo e squilibrato .

Detto questo, mi chiedo che cosa ci si aspetti (e cosa si aspetti questo Governo) da Maradona se non un gesto fuori dalle regole e sopra le righe. Pentimento? Prostrazione? Richiesta di patteggiamento, come peraltro ha fatto l’osannato eroe italiano delle due ruote (e grande evasore) Valentino Rossi?

Non credo valga la pena commentare questo gesto e l’applauso che ne è seguito. E’ roba da tifosi. E tra Maradona ed Equitalia sfido a trovarmi qualcuno che tifi per la seconda. E’ roba da stadio. Anche se è sbagliato.

Il gesto dell'ombrello di Diego Armando Maradona rivolto a Equitalia. "Che Tempo che Fa", Rai3.
Il gesto dell’ombrello di Diego Armando Maradona rivolto a Equitalia. “Che Tempo che Fa”, Rai3.

Credo invece che chiunque, guardi questo video, appassionato o meno di calcio, sorrida. come si sorride davanti alla bellezza.

Credo anche che, chiunque guardi queste due facce, come minimo si gratti le palle.

Stefano Fassina (PD, viceministro dell'economia del Governo Letta) e Renato Brunetta (capogruppo PDL alla Camera dei Deputati).
Stefano Fassina (PD, viceministro dell’economia del Governo Letta) e Renato Brunetta (capogruppo PDL alla Camera dei Deputati).

Non c’è una livella per tutti.

A morte ‘o ssaje ched’e”…e’ una livella.

 ‘Nu rre, ‘nu maggistrato, ‘nu grand’ommo, 
trasenno stu canciello ha fatt’ ‘o punto 
c’ha perzo tutto, ‘a vita e pure ‘o nomme: 
tu nun t’he fatto ancora chistu cunto?

Questo scriveva Totò nella celebre ‘A livella. E’ vero? In parte.

Siamo tutti uomini, mortali. Impotenti di fronte alla morte. Ma non uguali. E non è un discorso religioso, una tiritera di peccati, buone azioni, pentimenti eccetera. E’, a pensarci bene, un discorso di Storia. Perché il giusto e lo sbagliato sono due categorie che esistono, e devono esistere. E con loro la giustizia e l’orrore. Categorie che la Storia analizza, contestualizza, che addirittura può arrivare – ed è arrivata – a mettere in discussione, ma che non cancella mai.

Così ha fatto Roma, che non ha cancellato niente. Via Tasso, via Rasella, le Fosse Ardeatine. E sopportando la faccia strafottente di Priebke durante gli arresti domiciliari, le sue passeggiate ai giardinetti, addirittura lo champagne per il suo compleanno, ha sconfitto il carnefice affidandosi a quella giustizia a cui la Storia arriva sempre. Perché un colpevole è sempre un colpevole, anche se anziano. Un boia è sempre un boia, anche da morto.

Erich_Priebke_in_servizio_presso_l'ambasciata_tedesca_di_RomaE quel boia morto, anche se a 100 anni, è quello di questa foto, con la sua linda divisa da ufficiale nazista. E le mani macchiate di sangue ben nascoste dietro la schiena.

Nel 2006 Luis Sepulveda scriveva su “la Repubblica” queste parole a proposito di Pinochet. Credo calzino a pennello.

Vorrei essere in Cile tra i miei cari e condividere con loro la spumeggiante allegria di sapere che finalmente finisce l’odiosa presenza del vile che ha mutilato le nostre vite, che ci ha riempito di assenze e di cicatrici. Smette di respirare un’aria che non gli appartiene, di abitare in un paese che non merita, tra cittadini che per lui non provano altro che schifo e disprezzo. Ma muore, e questo è quello che importa.

Nessun perdono, mai.