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I Traditori dei traditori.

Milano e l’Expo. Poi Venezia e il Mose. Frigerio, Greganti, Orsoni, Galan…

Corruzione, tangenti, politica. Ma non solo politica. Quella che sta venendo fuori è una parte malata, putrefatta, rivoltante dello Stato. Funzionari, burocrati, dirigenti che, anzichè garanti dello Stato stesso, si rivelano pilastri delle modalità criminose della politica peggiore.

Deve essere anche per loro “l’Alto Tradimento” evocato da Renzi. Perchè è questo il sistema da scardinare, ingranaggio dopo ingranaggio. Perché la questione non è solo eliminare i ladri dalla politica, ma anche (e per me soprattutto) bonificare il terreno su cui si fondano questi illeciti.

Partendo “dall’alto” (presunto..) della politica (deputati, presidenti di regione, amministratori, consiglieri e assessori che siano). Con fermezza, senza guardare il colore politico. E durezza, senza aver paura di pretendere pene severe e processi veloci.

Ma contemporaneamente anche “dal basso”, dai cittadini. Da quelli che, quando fa comodo, “chiudono un occhio”. Da quelli che fanno prendere la residenza ai figli a casa del trisavolo morto per pagare meno tasse universitarie. Che intestano alla societa’ il Suv che poi lasciano in doppia fila davanti ai negozi. Che chiamano l’amico dell’amico per saltare la lista d’attesa in un ospedale pubblico.

Da quelli che sbraitano contro i ladri, che invocano la ghigliottina, che vomitano insulti al grido di “fanno tutti schifo uguale” mentre leggono sul giornale dell’Expo e del Mose, seduti su un autobus per cui non hanno pagato il biglietto. Perché “tanto non lo paga nessuno, mica so’ scemo”.

Perchè si otterrebbe sicuramente più onestà, se si fosse più onesti.

Lo scandalo

E’ più forte di me, non capisco.

Non capisco perché, sabato sera, abbia suscitato questa ondata di generalizzato sdegno (e di annessa benpensantistica moralità) il fatto che, in una situazione di fortissima tensione e criticità come quella che si era creata prima dell’inizio della finale di Coppa Italia, i responsabili di pubblica sicurezza abbiano “trattato” con uno dei referenti (o forse con “il” referente) dei soggetti coinvolti.

Genny ‘a carogna non è l’interlocutore con cui i rappresentanti delle istituzioni dovrebbero abbassarsi a trattare!!” gridavano i professionisti dell’etica a orologeria (come saggiamente la chiama un mio amico) nei Tg, in radio e sul web. Ma dai? (versione elegante del ben più chiaro Graziearcazzo!)

'a carognaMa in quel momento, purtroppo, la voce di Genny ‘a carogna, seduto a cavalcioni sulla balaustra dello stadio, era quella che stava rimbalzando di seggiolino in seggiolino, di smartphone in smartphone, di social network in social network. Era la voce più forte. Più del Prefetto. Più del Questore. Più del Presidente del Consiglio e del Presidente del Senato (che pure erano lì, a neanche cento metri, non nascosti nei palazzi). E’ agghiacciante, ma era quella con cui era necessario parlare per fare in modo che il messaggio fosse recepito da tutti.

E’ questo che a me scandalizza.

Che, con personaggi del calibro di Genny ‘a carogna, lo Stato abbia ancora la necessità di “trattare”. Nonostante i Daspo, i tornelli, le tessere del tifoso, le telecamere.

Mi scandalizza uno Stato che, a forza di raccontarci che Stefano Cucchi è morto per inanizione, che una ragazza durante una manifestazione è stata calpestata perché scambiata per uno zaino e che Federico Aldrovandi s’è ammazzato da solo, in situazioni critiche ha meno credito delle parole e degli sproloqui di un capobranco pregiudicato.

Non mi scandalizza che vada a “trattare”. Mi scandalizza che sia ridotto a doverlo fare anche con chi, già dalla scritta sulla maglietta, inneggia alla sua fine.

L’onore offeso della polizia.

Franco Maccari, segretario generale del Coisp, ha denunciato per “vilipendio dell’immagine della Polizia di stato” Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, morto nel 2009 in ospedale durante la custodia cautelare), Lucia Uva (sorella di Giuseppe, morto nel 2008 dopo un fermo dei carabinieri), e Domenica Ferrulli (figlia di Michele, morto nel 2011 durante l’arresto). Sia detto per inciso, poi, che il Coisp è quel sindacato che, nel marzo del 2013, manifestò in favore degli agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi (sotto gli uffici del comune di Ferrara dove lavora la mamma di Federico, Patrizia Moretti).

Che sia chiaro al Sig. Maccari e al Coisp che questi atteggiamenti arroganti e provocatori verso i parenti dei ragazzi morti offendono e feriscono tutti. Ma non spaventano nessuno.

Ha scritto Ilaria Cucchi sull’Huffington Post. “Sono indagata per aver reclamato verità e giustizia per la morte di Federico, di Michele, di Giuseppe, di Dino e di tanti altri morti di stato. Sono indagata per essermi ribellata alla mistificazione ed alle infamanti menzogne sulla morte di mio fratello. Io non mi fermerò, mai. Non avrò pace fino a quando non avrò ottenuto giustizia. […] Queste morti offendono la polizia, questo è sicuro. Offendono lo stato. Questo è altrettanto sicuro. Offendono tutti”.

#chihauccisostefanocucchi?