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Il “Manifesto degli economisti sgomenti”.

Nato in Francia nel 2010 per iniziativa di economisti e ricercatori riuniti nell’Associazione “Les économistes atterrés”, e successivamente tradotto e pubblicato in Italia (prima come ebook da “Sbilanciamoci!”, poi da Minimum Fax), il “Manifesto degli economisti sgomenti” è una interessante riflessione sul mondo finanziario e sulle politiche economiche europee.

Nonostante sia di parte (molto), fortemente anti-liberista, ha il pregio di essere una “voce” (anzi, un insieme di voci) estranea ai canali canonici dell’informazione economica ufficiale dei governi o delle istituzioni finanziarie internazionali. Può quindi permettersi messaggi ed esempi diretti, senza tecnicismi o supponenti “latinorum”.

Per ogni tematica affrontata (e la visione di parte è confermata dalla costante definizione di “falsa certezza n°..”) vengono proposte una serie di contromisure, lontane dagli schemi e dalle decisioni prese dagli organismi internazionali. In alcuni casi però, alle approfondite analisi dei problemi non corrispondono altrettanto approfondite soluzioni, lasciando così l’idea di un “manifesto” troppo ideologico e poco attuale.

Di sicuro una delle considerazioni alla base del libro ha il pregio di spingere, comunque la si pensi, ad una riflessione fondamentale: uno stato può dirsi in fallimento nel momento in cui, per tutelare i propri cittadini e il loro futuro, smette di pagare interessi agli speculatori internazionali o quando, al contrario, per pagarli taglia le spese per la scuola pubblica e la ricerca, chiude ospedali e teatri e non riesce a dare lavoro ai giovani?

“Il nuotatore”, voleva essere un grande thriller.

Tradotto in 28 lingue in pochissimo tempo. Un numero enorme di copie vendute in tutto il mondo. Il nuotatore si presenta come un thriller classico, ricco di suspense e colpi di scena.

Il nuotatore, Joakim Zander, Bompiani.
Il nuotatore, Joakim Zander, Bompiani.

Ad attirarmi, oltre al titolo a me particolarmente affine, è stata – dopo averlo sfogliato un po’ – la narrazione affidata a voci diverse (in questo caso tre). Espediente che, in altri libri dello stesso genere, mi aveva colpito positivamente. E in effetti, per quanto inizialmente risulti complicato seguirne l’intreccio, la storia diventa, capitolo dopo capitolo, molto coinvolgente. Probabilmente grazie alle sue esperienze lavorative l’autore, Joakim Zander (avvocato svedese con incarichi in Medio Oriente e a Bruxelles), riesce a creare un contesto politico-lobbistico degno dei migliori legal-thriller e delle migliori spy-story. Purtroppo però gli ultimi capitoli non mantengono lo stesso livello. La storia sembra troncata in fretta, con una sparatoria che, più che ai grandi esempi del genere somiglia a quella di un film western: bang bang bang e i buoni vincono.

Peccato.

Poi, solita annotazione da “rompiscatole”: l’autore in primis, e poi il traduttore, dovrebbero stare molto attenti alle ripetizioni. Lo stesso aggettivo ripetuto tre o quattro volte in una pagina trasmette la sensazione di un lavoro affrettato e sciatto, più affine a un “libro nel cassetto” autoprodotto che a quella di uno di successo in tutto il mondo.

 

I miei 10 libri

Scritti di getto, senza pensarci (troppo) e in ordine sparso. Insomma, come prescritto dai social network.

1) Piloti, che gente di Enzo Ferrari.

2) L’amore del bandito di Massimo Carlotto.

3) la trilogia di Montale (Casino Totale, Chourmo, Solea) di Jean-Claude Izzo. Perchè la fine mi ha fatto piangere a dirotto.

4) la trilogia dei “nostri antenati” (il Barone Rampante, il Cavaliere Inesistente, il Visconte Dimezzato) di Italo Calvino.

5) Febbre a 90° di Nick Hornby. Letto e riletto. Quasi una volta a domenica…

6) Anche gli orsi faranno la guerra di Paolo Alberti.

7 e 8) I ragazzi della via Pal di Ferenc Molnar e La Storia Infinita di Michael Ende. Perchè tutto parte dai libri con cui si diventa grandi.

e poi…

9) Latinoamericana di Ernesto “Che” Guevara. Ebbeni sì, perchè per quanto nella vita si possa cambiare, quel libro insegna da che parte cercare il proprio cuore.

10) I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Che se non fosse una rogna al liceo, piacerebbe – sempre – a tutti.