Nato in Francia nel 2010 per iniziativa di economisti e ricercatori riuniti nell’Associazione “Les économistes atterrés”, e successivamente tradotto e pubblicato in Italia (prima come ebook da “Sbilanciamoci!”, poi da Minimum Fax), il “Manifesto degli economisti sgomenti” è una interessante riflessione sul mondo finanziario e sulle politiche economiche europee.
Nonostante sia di parte (molto), fortemente anti-liberista, ha il pregio di essere una “voce” (anzi, un insieme di voci) estranea ai canali canonici dell’informazione economica ufficiale dei governi o delle istituzioni finanziarie internazionali. Può quindi permettersi messaggi ed esempi diretti, senza tecnicismi o supponenti “latinorum”.
Per ogni tematica affrontata (e la visione di parte è confermata dalla costante definizione di “falsa certezza n°..”) vengono proposte una serie di contromisure, lontane dagli schemi e dalle decisioni prese dagli organismi internazionali. In alcuni casi però, alle approfondite analisi dei problemi non corrispondono altrettanto approfondite soluzioni, lasciando così l’idea di un “manifesto” troppo ideologico e poco attuale.
Di sicuro una delle considerazioni alla base del libro ha il pregio di spingere, comunque la si pensi, ad una riflessione fondamentale: uno stato può dirsi in fallimento nel momento in cui, per tutelare i propri cittadini e il loro futuro, smette di pagare interessi agli speculatori internazionali o quando, al contrario, per pagarli taglia le spese per la scuola pubblica e la ricerca, chiude ospedali e teatri e non riesce a dare lavoro ai giovani?