Anche stavolta è stato decisivo l’approccio. La Juve arrembante e fisicamente straripante, la Roma contratta e impaurita.
Anche stavolta sono stati decisivi gli uomini. I giallorossi fragili, incerti e spaesati. I bianconeri incontenibili e tambureggianti.
Anche stavolta sono stati decisivi i primi venti minuti. Noi affannati nella ricerca di una spiegazione pseudo-razionale circa la presenza di Gerson sulla fascia destra. Loro bullescamente intenti ad esaltare il tridente Orsato-Mandzukic-Higuain.
Poi, calato il primo, li abbiamo contenuti. E abbiamo finito quasi all’arrembaggio.
Ma, anche stavolta, non è bastato.
P.s. Per carità, io Spalletti lo adoro. Ma a volte, nel calcio come nella vita, per evitare colossali figure da fregnone basterebbe studiare la storia. E la storia degli abomini tattici dice che un centrocampista brasiliano lento e impacciato, mortificato sulla fascia destra in una partita decisiva l’avevamo già visto il 19 Marzo del 2002. E, porcaccia zozza, non era andata bene.