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LDAPOST della domenica #38 – La firma e la storia – Fiorentina-Roma 0-1.

Se ce l’avessero detto in Estate, non c’avremmo creduto. Neanche il piu’ inguaribile ottimista avrebbe potuto credere che, dalle macerie della Roma “Baldiniana” si sarebbe arrivati alla Champions conquistata con 4 giornate d’anticipo.

Non solo la Champions, ma l’accesso diretto alla Champions, senza quell’angosciante turno preliminare che avrebbe tutto per rovinarci l’ultimo scampolo d’Estate.

E per confermare questa resurrezione dalle ceneri di uno zoppicante progetto iniziato sulle Asturie, passato per la Boemia e disastrato dalle “tattiche” di un “tattico”, non c’era niente di piu’ adatto del weekend di Pasqua. Con il Napoli che, per l’ennesima volta, ha confermato la sua natura inconcludente e sopravvalutata, e la Roma quella accorta, concreta e determinata, in grado di controllare e dominare gli avversari piu’ diversi sia in casa che in trasferta.

La Fiorentina c’ha provato, nonostante l’attacco spuntato (senza Gomez e Rossi) ha provato a puntare la difesa giallorosa con gli uno contro uno di Quadrado, le piroette di Pizarro e gli inserimenti di Aquilani. Scelta sbagliata. Perchè la difesa tutta brasiliana ha retto l’urto senza scomporsi, De Rossi l’ha protetta alla perfezione con una prestazione degna dei “vecchi tempi” con palloni rubati e rapide impostazioni, Totti trovava continuamente spazio tra le linee per lanciare gli esterni, e Gervinho con sapienti tocchi di stinco e malleolo vanificava quanto appena descritto.

Tutto normale quindi.

Finchè Ljajic, risvegliatosi di colpo da un torpore semestrale, inseguito da un numero imprecisato di maglie viola ha servito l’inserimento di Nainggolan che, in scivolata, faceva 1-0.

Partita finita.

Oddio, in realtà restava il tempo per commuoversi. Vedendo De Sanctis uscire in presa alta. Con il ginocchio piegato a proteggere la presa. Era dai tempi di Cervone che non accadeva. E vedendo la grinta di Rudi Garcia fine partita. Perché pure della rabbia agonistica e della voglia di combattere per il risultato che un allenatore deve trasmettere negli ultimi due anni s’erano perse le tracce.

E allora, perché mi rimane ‘sto senso, latente, di insoddisfazione?

Perché se me l’avessero detto in estate – è vero – non c’avrei creduto e c’avrei messo la firma.

Non c’avrei creduto se m’avessero detto che la Roma, quella del post 26 maggio, senza Osvaldo, Lamela e Marquinhos, avrebbe lasciato il Napoli dei milioni di De Laurentis, del plurititolato Benitez e di Higuain a 14 punti di distanza; che avrebbe inanellato una serie iniziale di 10 vittorie consecutive (e una, finale, ancora in divenire); che avrebbe annichilito con tonnellate di punti di distanza (e un esonero) Allegri e Mazzarri, i due allenatori che in estate l’hanno derisa e (per fortuna) rifiutata.

Che quegli altri, quelli biancoblu che si agitano gridando “coppanfaccia” e vestendo felpe “Lulic71” che già a settembre sapevano di vintage, manco li avrebbe visti. Perché quando stai in cima a un grattacielo è difficile distinguere un passante qualunque sul marciapiede, pure se smania e te chiama a gran voce cercando attenzione e considerazione.

Non c’avrei creduto se m’avessero detto che sarebbe stata la miglior difesa e il secondo miglior attacco.

E che con la miglior difesa e il secondo miglior attacco lo scudetto non lo avrebbe comunque vinto.

Ma vabbè. E’ storia. La nostra.

E forse proprio per questo:

ti amo

LDAPOST della domenica #37 – Dov’era il Dio del calcio – Roma-Atalanta 3-1.

Sabato sera la Roma ha schiantato l’Atalanta.

Come un rullo compressore ha calpestato i nerazzurri a furia di verticalizzazioni, accelerazioni e triangoli stretti. Concedendo pochissimo (praticamente nulla) in difesa, dove Toloi si dimostra un’alternativa valida ai centrali titolari e Dodò finalmente in grado di realizzare una diagionale senza l’espressione spaurita dello studente davanti alla lavagna durante un’interrogazione di geometria. Dominando a centrocampo, con un Rodrigo Taddei che, alla seconda pagina da libro Cuore, sembra pure bello. Esagerando in attacco, con Totti, Ljajic e Gervinho in condizioni di tale spolvero che l’assenza di Destro m’è tornata in mente solo un attimo a fine partita, quando mi chiedevo perchè non avesse ancora segnato.

L’ha acciaccata, quindi, come un carro armato. Sì. Proprio come quel carro armato che a luglio i tifosi avevano usato, durante una sobria presentazione della squadra, per passare sopra a una macchina dipinta di giallorosso cantando “Roma Merda” [qui]. Bene così, dunque. Con tutto il goal di Migliaccio che, visto che il pelato su quel carro armato ci stava sopra, assume tutti i contorni della resa.

A questo punto, se non esistesse un dio del calcio, dovrei parlare dell’ennesima prestazione cannibale della Juve che Lunedì ha annullato perfino le (già residue) speranze di rimonta del tifoso più inguaribilmente ottimista. O dell’ennesima prestazione ridicola dei giocatori dell’Udinese che, come da regola, hanno dimenticato anche stavolta intensità, cattiveria agonistica e tasso tecnico. O della prima papera del prodigio Scuffet, che nessun bookmaker minimamente assennato avrebbe quotato potesse aver luogo in altra partita se non in quella con la Juve.

Ma siccome un dio del calcio esiste (e siccome quel tifoso inguaribilmente ottimista di cui sopra non sono io), domenica c’era Liverpool-Manchester City.

Una partita che valeva la Premier. Perchè in Inghilterra Liverpool, Chelsea e City si giocano il campionato a furia di sorpassi e controsorpassi come neanche all’ultimo giro di una gara del motomondiale.

Ma che, soprattutto, valeva per il ricordo dei 94 corpi che, alle 15.15 del 15 aprile 1989, erano riversi, senza vita, nello stadio di Hillsborough a Sheffield. Un altro ragazzo morirà 4 giorni dopo in ospedale. Un altro ancora 4 anni dopo, quando gli sarà staccato il respiratore artificiale. 96 persone che avrebbero dovuto assistere alla semifinale di FA Cup tra Liverpool e Nottingham Forest e sono rimaste schiacciate tra le pareti laterali, il tunnel di ingresso e le recinzioni che dividevano gli spalti dal campo.

Una partita che valeva anche per il ricordo di un calcio che, da pochi mesi dopo quella che sarà chiamata “la strage di Hillsborough”, non ci sarà più. Perchè il “Rapporto Taylor” lo trasformerà per sempre, vietando i posti in piedi, imponendo tornelli di sicurezza e la ristrutturazione completa degli stadi. Costringendo i club ad alzare i prezzi dei biglietti e vendere i diritti alle televisioni. Trasformano quello che, fino ad allora, era il gioco del popolo in un giocattolo dei ricchi.

Eppure….

Eppure un’inchiesta iniziata nel 2012 dopo una petizione popolare, desecretando i documenti della polizia ha ristabilito una verità agghiacciante. Le colpe della strage non sono dei tifosi: la polizia, con una serie di cariche, aveva compresso la folla in una sorta di “imbuto”; medici compiacenti, per coprire l’orrore, avevano dimostrato, con analisi del sangue false, l’ubriachezza di molti (addirittura dei bambini!); il medico legale incaricato solo 9 minuti dopo la sospensione della partita ha decretato la morte per asfissia irreversibile delle persone coinvolte.

E allora il ricordo ha potuto finalmente essere quello vero, quello dei tifosi, tutti. Con i nomi dei morti scritti su 96 seggiolini vuoti di Anfiel Road. E i parenti e gli amici delle vittime presenti allo stadio a rendere il minuto di raccoglimento talmente silenzioso da sembrare assordante, con i microfoni di bordocampo a rimandare, in tv, solo le leggere vibrazioni dell’aria. Non un rumore, non una parola, non un applauso. E poi l’urlo immenso, di tutto lo stadio che cantava a squarciagola “You’ll never walk alone” insieme alla “Kop”.

You'llNewerWalkAlone

Non solo. Siccome un Dio del calcio esiste, ed era evidentemente ad Anfield, la partita è stata anche stupenda.

E davanti a questo spettacolo, Migliaccio sul carro armato non fa di certo paura, fa pena.

LDAPOST della domenica #36 – Affare fatto! – Cagliari-Roma 1-3.

Ha fatto tutto Destro.

3 schiaffi al Cagliari e 1 a Astori.

Tre sonori schiaffoni per decidere il risultato della partita e far tornare a vincere la Roma a Cagliari dopo un’eternità. E una manata per sancire la fine del calcio come hanno provato a propinarcelo fino ad ora.

Il Calcio de la sudditanza psicologica non esiste. Degli errori e dei favori che alla fine si compensano. Quello del non siamo sicuri noi figuriamoci il guardalinee in una frazione di secondo. Quello della prova televisiva come strumento da usare laddove l’arbitro non poteva vedere. E con l’arbitro, dove non potevano vedere i due assistenti. E il quarto uomo. E da quest’anno i due (sempre più inutili) “soprammobili” d’area.

Ma, mi chiedo, se la prova televisiva viene utilizzata anche quando l’arbitro vede e giudica (e, per carità, sbaglia) ha senso ancora non chiamarla “moviola”?

E allora, ok. Affare fatto. Ci sto. Mi prendo le 4 giornate di squalifica di Destro e il precedente per fare giurisprudenza.

E il prossimo anno, invece di un grande attaccante, di un centrocampista poliedrico, di un terzino sinistro e di un centrale difensivo, chiedo alla Roma di comprare solo un grande avvocato.

Perché senza questopaloschi28

O questo provatv

O questo rigore toro

 O questo

tv2

O anche questo fallo su pjanic in torino-roma

Per vincere me bastano pure Dodo’, Taddei, Ljajic e Toloi.

LDAPOST della domenicaapranzo #35 – 2 cose – Sassuolo-Roma 0-2.

Visto che il calcio moderno prosegue nella sua crociata contro la comodità, aggiungendo al già vergognoso “Sunday Morning” delle 12.30 anche il ricamo del passaggio all’ora legale, su Sassuolo-Roma sarò estremamente stringato.

Vojo dì giusto due cose:

1) il rigore vigorosamente reclamato dal Sassuolo, comunque, lo avrebbe potuto tirà Floccari.

2) chi ha segnato il raddoppio? Ah, già…

Bastos

LDAPOST della domenica #34 – Martedì al cinema – Roma-Torino 2-1.

Che poi uno si chiede, che c’è di peggio della partita alle 12.30 di domenica? Niente. E invece poi scopri che di peggio c’è l’anticipo del turno infrasettimanale. Che già l’infrasettimanale fa schifo di suo, ma la partita al martedì sera non c’ha senso. Soprattutto se lo scopri, per caso, il lunedì, quando hai già prenotato i biglietti del cinema. Percio’, visto che io martedì, per rigida presa di posizione contrercarciomoderno e non perchè c’ho il braccino, so’ annato al cinema, la partita l’ho vissuta in collegamento WhatsApp con un inviato segreto che, per preservarne l’identità e la privacy, chiameremo Simone.

20.46 SIMONE La telecronaca comincia citando un goal di Rizzitelli da ex, proprio mentre inquadrano Cerci e Bovo. Me sa che vado al cinema pure io.
20.47 LORENZO io a quella partita c’ero pure. Me gratto.
20.49 SIMONE Maicon, Toloi, Castan, Romagnoli, De Rossi, Pjanic, Nainggolan, Totti, Destro e il tuo idolo Gervinho.
20.49 LORENZO Toloi? E chicazzè Toloi? che faccia c’ha? Io sto a vede The Wolf of Wall Street, dura tre ore..
20.50 SIMONE Ma è uscito tre mesi fa????
20.50 SIMONE Comunque vai tranquillo, hanno detto che è pieno di tette e culi. Toloi dice che è brasiliano, di faccia ricorda Doni (il portiere).
20.57 SIMONE Forse c’era rigore su Maicon.
20.58 LORENZO Forse? Forse o c’era? C’era? C’era, vero?
21.20 SIMONE Nainggolan s’é rasato i capelli in modo improponibile.
21.25 SIMONE Padelli due parate allucinanti, che culo, maledetto!
21.32 SIMONE Gervinho serve Destro che segna in scivolata! 1-0 42esimo.
21.33 SIMONE Forse era in fuorigioco.
21.34. SIMONE Ma sticazzi!
21.35 LORENZO Sticazzi si! Comunque in sala c’è stato un mormorio sospetto immaginavo fosse successo qualcosa…
21.48 SIMONE Fai il Filini di turno e spargi la voce di un fantomatico 8-0 con goal di Toloi (che visto meglio non somiglia per niente a Doni) in rovesciata da centrocampo.
21.59 SIMONE Mort********o 1-1 Immobile al volo. Se l’è perso Toloi.
22.00 LORENZO ecco, appunto.
22.08 SIMONE ‘Sto Torino è solo difesa e contropiede. Mortacci loro. 16esimo 1-1.
22.09 LORENZO Ma noi  reagiamo o solo casino?
22.11SIMONE Gervinho ce prova.
22.19 SIMONE Ecco, Gervinho lo ha fatto apposta, Non lo vedere manco dopo senno spacchi il televisore.
22.21 LORENZO Ma del tipo “lo ha fatto apposta” e poi tutti sorridono oppure “lo ha fatto apposta” e poi tutti “tepiassencorpo!”???
22.22. SIMONE Stavolta “tepiassencorpo!”. E se lo dico io..
22.30 SIMONE 38esimo Florenzi per Nainggolan.
22.33 LORENZO Vabbè ho capito, la buttiamo in caciara.
22.37 LORENZO ggggggooooooooooooooolllllllllllllll!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Aho qui mormorano gol…
22.38 LORENZO aho?
22.39 LORENZO ma che me stanno a prende per il culo??
22.40 SIMONE Florenzi!!!!!!!!
22.40 SIMONE Assist di Gervinho, che un colpo non je deve pija’, mai!
22.41 SIMONE Maledetto Skygo in ritardo.

22.45 LORENZO Che fatica. Adesso, de che parla ‘sto film? Fino a qua me pare bello!