Alla fine della vacanza dei sogni, dopo aver visitato i posti più affascinanti e suggestivi del mondo, dopo aver assaggiato le spezie più saporite, i vini più buoni, dopo aver preso il sole sulle spiagge più pulite e fatto il bagno nelle acque più limpide, ognuno di noi sente il desiderio di tornare a casa. Di dormire di nuovo sul quel materasso e quel cuscino, un po’ sformati, che ci aspettano ogni sera.
Per questo il risultato di ieri non ha niente di anomalo, niente di davvero cattivo, niente di veramente beffardo. L’anomalia sono le dieci vittorie consecutive, quella meravigliosa vacanza fatta di pali degli avversari, dei goal di Gervinho e Florenzi, di minuti di inviolabilità della porta e di devastante superiorità. E anche le partite difficili, nervose, come quella di Udine o quella col Chievo, rientravano tra gli episodi di una vacanza avventurosa ma particolarmente ben riuscita. Come quando una lunga passeggiata su un sentiero sconnesso consente di affacciarsi, di colpo, su un panorama mozzafiato. Per questo, quella botta secca sotto la traversa a due secondi dalla fine non è stato un colpo di sfortuna, tantomeno un errore drammatico. E’ stato come quando, in aereoporto, si ricordano i momenti di felicità e spensieratezza appena vissuti, nonostante la fila disordinata al check-in, la gente accalcata sul pullmino che porta verso l’imbarco, le cappelliere stracolme di bagagli a mano, già ci riportino all’inquieto tran tran quotidiano.
Bene, detto questo, io ieri non c’ho capito niente.
Non ho capito perchè all’ennesimo infortunio di un attaccante, ma con l’inerzia della partita completamente in mano, al posto di Borriello venga messo in campo Bradley, stravolgendo l’assetto del centrocampo facendolo diventare, di colpo, molto più statico.
Non ho capito perchè, a un quarto d’ora dalla fine, venga tolto il migliore in campo, Miralem Pjanic, rinunciando (oltre alla pericolosità nei calci piazzati) alla possibilità di congelare tempi, azioni e palloni.
Non ho capito inoltre perchè, al posto del suddetto migliore in campo, venga fatto entrare Caprari, giovane di talmente tanto belle speranze da non essere riuscito l’anno scorso a ritagliarsi stabilmente un posto nel disastroso Pescara. E che, peraltro, in almeno due occasioni si permette il lusso di tirare (piano, centrale e a c***o di cane) invece di appoggiare a compagni che, con un po’ d’esperienza in più, si preparavano ad incatenarsi alla bandierina del calcio d’angolo
Non ho capito perchè a due minuti dalla fine Balzaretti possa farsi trovare in fuorigioco a ridosso dell’area avversaria. E a far partire il contropiede.
Non ho capito perchè si consideri Burdisso una valida alternativa ai due centrali titolari. e non un pensionato adatto a dar da mangiare ai piccioni ai giardinetti.
Non ho capito perchè, da un mese a questa parte, si possano brutalizzare le caviglie dei giocatori della Roma senza aver timore di ammonizioni, espulsioni o calci di rigore.
Insomma, non ho capito. E adesso c’è la sosta. Che passerò aspettando mi arrivi una cartolina da quella bella vacanza.