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Il sondaggio.

Se non fosse vera, ‘sta storia del sondaggio su Marino commissionato dall’ex capogruppo Francesco D’Ausilio sarebbe tutta da ridere.
Invece è la cartina di tornasole dello stato del Partito Democratico di Roma. Di una classe dirigente cresciuta a pane e favori. Arrogante, presuntuosa, ma incapace di innovare, di riorganizzare e di gestire.
Incapace di governare, dunque.
Perché è vero che secondo il sondaggio i romani bocciano l’azione del sindaco [ma attenzione alle domande con cui si ottengono i risultati nei sondaggi..], ma i D’Ausilio e i Cosentino, in questo periodo, dov’erano? sulla Luna? Oppure a Roma, e nel PD?

Al centro, in motorino.

Oggi, come ieri, ho preso il motorino e sono andato a lavoro in centro.

Ho attraversato i varchi all’altezza del Teatro di Marcello e ho parcheggiato in piazza della Pilotta. Poi ho fatto un pezzo (piccolo a dir la verità) a piedi.

Domani farò la stessa cosa. E anche dal 20 in poi.

Perchè, è bene spiegarlo – a tutti, ma soprattutto agli “specialisti del qualunquismo” che in questi giorni impazzano sui social a forza di hanno chiuso er centro pure ai motorini mort***i loro!! – l’accesso al centro di Roma non è affatto chiuso per i ciclomotori.

tridente_pianta_d0Perchè, è bene ribadirlo, il “Tridente Mediceo” NON equivale a TUTTO il centro di Roma.

http://www.comune.roma.it/wps/portal/pcr?contentId=NEW736876&jp_pagecode=newsview.wp&ahew=contentId%3Ajp_pagecode

A volte, si sa, basterebbe leggere.

Sindaco Marino, sulla cultura io ti sfido. Cominciamo a fare sul serio?

Da un paio di settimane tutti si sono accorti che a Roma manca l’Assessore alla Cultura. Se ne sono accorti i politici, i burocrati, i giornalisti e gli intellettuali. Io no. Io me ne ero accorto già da tempo. E non dal 26 maggio, quando Flavia Barca ha rassegnato le dimissioni, perché chi lavora e fa impresa in questo settore non ha bisogno “dell’Assessore” ma delle politiche culturali. E quelle mancavano già..

Bene, comunque. Per sperare in una soluzione positiva è importante che la questione sia di dominio pubblico, e non solo all’attenzione degli addetti ai lavori o degli appassionati. Ovviamente l’articolo di Francesco Merlo su “la Repubblica” del 26 giugno, una descrizione impietosa dello sfacelo del settore a Roma, ha fatto da cassa di risonanza. E non ha placato le polemiche la risposta del sindaco Marino nell’intervista del giorno seguente (sempre su “la Repubblica”): emblema di quanto la questione sia sottovalutata (dalla Giunta, dal Pd romano e dalla politica in generale).

Ne ho scritto e parlato tante volte. E tante volte ho visto le parole, le proposte, le considerazioni, rimbalzare contro il muro alzato da quell’intelligencija radical-chic che, sotto la cappella della parola “cultura”, si garantisce ruoli e visibilità pur non essendo in grado di affrontare il fallimento del Macro, lo spreco del Maxxi, la crisi del Cinema, gli abusi sull’Appia antica e chi più ne ha più ne metta.

La stessa intelligencija che, spingendo e sgomitando, cerca un posto in prima fila nella “caccia” al nuovo Assessore. Proponendo nomi e ruoli, curriculum, pubblicazioni, ricerche e blasoni. Ma senza parlare mai – mai! – di contenuti.

Solo che questo non è più il momento delle teorie. Degli intellettuali col curriculum studiorum talmente vasto da coprire la mancanza di una strategia definita. Non è più il momento dei “professionisti delle giustificazioni”, di chi – neanche insediato – sia già trincerato dietro la consueta scusa della mancanza di fondi.

E’ il momento della preparazione e delle idee. Di chi è in grado di usare i (pochi) soldi che ci sono, facendo in modo che sia proprio il settore stesso – la Cultura stessa – a generare altre ricchezze: occupazione, indotto, sicurezza, sviluppo del territorio, inclusione sociale e diffusione della conoscenza.

E’ il momento, quindi, che il Sindaco faccia davvero l’Alieno e affidi la ricostruzione della Cultura a Roma a un Manager. Non ad un professionista della poltrona. Non ad un dirigente del Comune. Non ad un “ex” di qualche Ente, Fondazione o (peggio ancora) Azienda in House. La affidi a chi, riconosciute le falle e individuate le potenzialità del settore non abbia paura di sporcarsi la camicia mettendoci le mani. Che non deleghi, ma non rimandi. Che tuteli, garantisca e renda efficace la funzione del “Pubblico”, ma sia allo stesso tempo in grado di creare un sistema in cui il “Privato” sia attore protagonista. Alleato e non nemico.

Su questo “sfido” il Sindaco ad un confronto schietto, aperto, serrato. E con lui il ventaglio di nomi che rimbalzano sui siti e sui giornali. Perché non si tratta solo di trovare un Assessore, ma di scegliere quale politica culturale sia migliore per Roma. Di scegliere se “riavviare il sistema” o continuare a sopportare i programmi “impallati”.

Per questo ho individuato 5 punti da cui il nuovo Assessore potrebbe partire per imprimere (in tempi brevissimi) quel primo “cambio di verso” che molti (diciamo la verità, praticamente tutti) auspicano.

– Valorizzazione del Patrimonio Monumentale cittadino (storico-artistico e storico archeologico) e degli spazi culturali (Cinema, Teatri, ecc.).

– Riforma della struttura dei “Musei in Comune”

– Riforma delle funzioni di Zètema (e non – a scanso di equivoci – abolizione, perché il Comune deve avere un braccio operativo) e ripristino della centralità della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

– Tutela e riorganizzazione delle Biblioteche di Roma.

– Creazione di un sistema di valorizzazione e promozione delle eccellenze (scuole, aziende, associazioni) dei comparti musicale e cinematografico.

Se, oltre ai titoli, al Sindaco interessano anche i contenuti, le tempistiche, i costi e i risultati, io sono qui.

Allora, cominciamo a fare sul serio?

La nuova idea di cultura a Roma.

Venerdì sera i Walzer e le Danze Ungheresi di Johannes Brahms hanno avvolto il “Serpentone”. L’aula consiliare del Municipio XI a Corviale, infatti, ha ospitato il coro del Teatro dell’Opera diretto dal Maestro Roberto Gabbiani e accompagnato da Francesco e Vincenzo De Stefano al pianoforte nell’ambito dell’iniziativa “La cultura attraversa la città”. [Per avere un’idea: qui]. Attraverso una serie di eventi gratuiti, fortemente voluti dall’Amministrazione Comunale e in particolare dall’Assessore alla Cultura Flavia Barca, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Palaexpo, il Teatro dell’Opera e il Teatro di Roma condivideranno le loro “eccellenze”con i 15 municipi della citta.

Il Coro del Teatro dell'Opera a CorvialeGli spettatori presenti hanno potuto assistere ad uno spettacolo coinvolgente ed emozionante, in grado di annullare, nel tempo di una sola nota, tutte le differenze. L’aula del Municipio, infatti, si è trasformata nei palchi, nelle balconate e nella platea del Teatro dell’Opera. E il profilo di cemento del “Serpentone” in quello delle imponenti strutture delle Terme di Caracalla durante la Stagione Estiva.

Perché, “tutto il territorio è centro” come ha detto, in fase di presentazione durante gli immancabili saluti istituzionali l’Assessore Flavia Barca. Che, dando voce all’urgente bisogno della città di un cambio di rotta, ha parlato anche di una “nuova idea di cultura per riavvicinare le grandi Istituzioni alla città e ai cittadini”.

Così ha detto. Proprio il giorno dopo aver riconfermato chi, da 16 anni, la cultura a Roma ce l’ha in pugno.

E allora, mi chiedo, ci sarà davvero ‘sta nuova idea?