Diciamoci la verità. Che la serie di vittorie dovesse interrompersi, era un po’ nell’aria. Troppo a posto la Roma (tutti a disposizione per la prima volta, mai vista una panchina così lunga) e troppo ai minimi termini l’Inter per non far rientrare quella di ieri nel novero di partite assurdamente stregate che la militanza giallorossa ciclicamente ci regala.
Certo, il fatto che ad interromperla sia stata quella che può essere a ragione considerata come la prima mossa tattica studiata da Roberto Mancini nella sua carriera di allenatore fa incazzare un bel po’. Perišić altissimo e largo nei buchi lasciati da Florenzi era la strategia più scontata del mondo (ci sarebbero arrivati pure Fascetti e Mondonico), e infatti ai lancioni sulla fascia a scavalcare il terzino giallorosso s’è aggrappata l’Inter per tutta la partita. Aggiungendo il sale dell’eccolallà, se sapeva sulla ferita inflittaci dalla flemma di Szczęsny che, come all’andata, tra tiro e tuffo lascia passare un tempo interminabile.
Ok.
Che la serie di vittorie dovesse interrompersi ieri sera era proprio nell’aria.
Come il tiro di Dzeko.