Dunque, uno non puo‘ manco anda‘ in vacanza ‘na settimana che si ritrova il mondiale già agli ottavi di finale. L‘Italia è fuori. E vabbè, direi che ce ne siamo fatti ‘na ragione in breve tempo. Meno facile da “digerire” è la pochezza del Brasile. Un Brasile al contrario, si potrebbe dire: duro in difesa, noioso a centrocampo, stitico in attacco. Neymar a parte, ma il giovanotto (che cade a ogni soffio di vento) è comunque iper tutelato dagli arbitri. Però dopo il colpo di culo col Cile (raramente s‘è vista una serie di rigori così tecnicamente penosa), è ragionevole considerarlo già Campione del Mondo. L‘Argentina è l‘opposto: ha un attacco che solo a leggere i nomi dovrebbe sta’ 1-0. Ma poi, se Messi non tira fuori il coniglio dal cilindro al 90esimo, avrebbe pareggiato con l‘Iran. Olanda e Francia sono tra le poche a proporre un‘idea di gioco, oltre a una straordinaria condizione fisica. Ma se le prestazioni dell‘Olanda erano previste, i Blues sono una sorpresa. Una sorpresa antipatica, come l‘allenatore. E poi c‘è la Germania. Brutta, cattiva e solida. Come sempre, perchè in fondo il calcio è uno sport semplice: si gioca in undici contro undici, e alla fine vincono i tedeschi (cit. Gary Lineker).