Domenica era il mio compleanno.
Quando capita in concomitanza di una partita, un regalo dalla Roma me lo aspetto sempre. Nonostante la storia sia – da sempre – avara di soddisfazioni (anche queste minime, semplici, quotidiane) con i tifosi giallorossi. Però m’ero abituato bene negli anni della Roma di Capello, quando per un paio di volte il giorno del mio compleanno s’è giocato il derby. Quei derby senza storia, di cui s’era perso il ricordo nel corso delle rivoluzioni culturali degli ultimi due anni.
A volte, però, un regalo può essere talmente inaspettato da lasciarti senza parole. Senza fiato. A bocca aperta. Così stupito da sembrare deluso. Ecco, il goal di Michael Sheehan Bradley è stato così, un colpo improvviso. Di quelli che o ti fanno impazzì di gioia o te lasciano secco sul divano. Che poi il giorno dopo diventi un trafiletto su “Leggo”, da leggere di fretta in metropolitana mentre si va a lavoro. Aò poraccio, a uno ar go della Roma jè preso un colpo!
Che poi, con il coraggio e la spavalderia che stanno contraddistinguendo la mia annata da tifoso, lo 0-0 me lo sarei preso tutta la vita a inizio partita. Perchè contro le squadre di Guidolin è sempre dura, sarà perchè assorbono l’innata capacità dell’allenatore di suscitare fastidio con quell’insana aria da prete spretato. E me lo sarei preso dopo 4 minuti quando Muriel, che evidentemente con la Roma c’ha un inspiegabile conto in sospeso, ha preso il palo. E alla fine del primo tempo quando Castan e Benatia, con una doppia rovesciata degna di Holly e Benji hanno salvato sulla linea (per onor di cronaca, si trattava del pallonetto piu’ lento della storia del calcio). Me lo sarei preso al 66esimo, quando Maicon prendeva il rosso per un fallo privo di senso. Me lo sarei preso ogni volta che Bergonzi fischiava qualcosa. Me lo sarei preso quando Di Natale, magistralmente servito da Balzaretti (che vojo dì, ancora c’è qualcuno che per spazzare passa la palla in orizzontale!!!), tirava fuori di qualche centimetro. E me lo sarei preso pure all’82esimo se Strootman avesse gestito la palla, se avesse seguito il taglio di Ljajic verso la bandierina, se avesse appoggiato indietro per ricominciare a far girare la palla. Se non avesse visto la capoccia rasata da Marine di Michael Bradley. Se il piattone a giro a uscire dell’americano fosse finito a fil di palo, o avesse intruppato su uno stinco, o fosse finito sul malleolo del portiere.
E invece no. Invece buon compleanno, a me.