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LDAPOST della domenica #3 – chi ci guadagna?

Domenica 18 Agosto. Domenica di Supercoppa. Ma anche di Superscoppola. Se la scorsa stagione avesse avuto un epilogo normale ci si potrebbe stare una vita su questo gioco di parole. E invece no.  Comunque mai ‘na gioia. E’ scontato, ormai. E quindi, con il primo Maalox dell’annata 2013/2014 – perchè c’è un limite a tutto e la Juve a Trigoria è stato l’ennesimo sfregio – dichiaro chiuso l’argomento “primo trofeo stagionale”.

Nel frattempo. Osvaldo ceduto al Southampton per 15 milioni di euro (piu’ bonus, ovviamente…). Adesso va trovato un sostituto: un attaccante da almeno 15 goal a stagione. Non e’ facile in generale, figuriamoci alla fine del mercato. In piu’, Baldini – ripreso un po’ di vigore dopo essere tornato nella salubre Londra- vuole far diventare Lamela protagonista del Progetto Spurs. Offerta secca 35 milioni di euro cash. Se fosse vero, sarebbe tanta roba. Secondo i giornali Baldissoni e Sabatini starebbero “riflettendo” sull’offerta dell’amico Franco. Me le immagino, le “riflessioni”..In questo caso sarebbero due gli attaccanti da almeno 15 goal a stagione da comprare. Sempre alla fine del mercato. Che bella mossa. Mi chiedo chi ci guadagni. ‘a bbanca (la doppia b e’ rafforzativa)? Puo’ darsi. L’americani? Forse. Baldissoni e Sabatini? …

L’unica a non guadagnarci, mi sembra evidente, e’ la Roma.

LDAPOST della domenica #2 – un inizio maleducato.

Agosto. Roma. Giornate di sole a 40° e umidità al 99%. Il ventilatore al massimo fa un rumore tipo elicottero in fase di decollo. Il disturbo congenito da assenza di calcio giocato raggiunge livelli di guardia. E sì, lo so che è iniziata la Ligue1 e tutto sommato Paris Saint Germain-Montpellier è stata una bella partita. E sì, lo so che c’è pure la Bundesliga e il Bayern di Guardiola e il Borussia di Klopp promettono spettacolo. E sì, lo so che c’è la Premier e chissà che farà il Manchester senza Ferguson*..

Il fatto – diciamoci la verità – è che trovo profondamente maleducato che il campionato italiano inizi a fine agosto, lasciandomi (lasciandoci)i per 2 mesi in balia dell’ennesimo calciomercato dove la Roma made in USA recita alla perfezione la parte della prima Inter dell’era Moratti: un tourbillon di giocatori, allenatori, progetti, speranze e delusioni cocenti che ha la meglio su qualsiasi cura omeopatica e si contrasta a stento col lorazepam. E a nulla serve la Supercoppa (trofeo che peraltro mi ha sempre suscitato simpatia, credo per via del nome “Supercoppa”…mi ricorda i gelati degli anni 80). Juve-Lazio: cioè garanzia della prima gastrite stagionale vada come vada. Perché si ha un bel dire “non me ne frega niente”, “è un trofeo fatto solo per le televisioni”, “è una partita secca non conta niente”. Si, col cazzo.

Comunque guardiamo avanti, con il trascinante ottimismo e l’irresistibile entusiasmo che la trimurti Sabatini-Baldissoni-Fenucci ispira ad ogni piè sospinto. Che si tratti di un acquisto, una cessione, una trattativa o un tuffo in piscina con tutti i vestiti poco importa. Guardiamo avanti e aspettiamo il 25 agosto. Livorno-Roma. Ricordi nefasti, tanto per gradire.

LDAPOST della domenica #1- odio l’estate.

ODIO L’ESTATE.

Un anno ha 10 mesi. Non è necessario cimentarsi in approfonditi studi relativi al calendario della Roma arcaica per capirlo. Basta guardare gli avventori dei bar delle località di vacanza o gli sventurati ancora al lavoro che sfogliano febbrilmente la Gazzetta dello Sport appoggiata su un banco frigo pieno di cornetti Algida. Un anno ha 10 mesi. Da metà agosto a metà giugno, più o meno.

Ecco perchè.

FEBBRE A 90° (“FEVER PITCH”), 1992, Nick Hornby. “Il guaio dell’orgasmo come metafora, in questo caso, è che l’orgasmo, anche se ovviamente piacevole, è una cosa familiare, ripetibile (nel giro di un paio d’ore, se mangi tanti spinaci) e prevedibile, specialmente per un uomo: se stai facendo sesso, sai cosa sta per venire, per così dire. Forse, se non avessi fatto l’amore da diciott’anni, e se avessi abbandonato ogni speranza di farlo per altri diciotto, e poi all’improvviso, del tutto inaspettatamente, si presentasse l’occasione… forse in queste circostanze sarebbe possibile ricreare con una certa approssimazione quel momento a Anfield. Pur non essendoci alcun dubbio sul fatto che il sesso sia un’attività più piacevole che guardare le partite di calcio (niente pareggi 0-0, niente trappole del fuorigioco, niente risultati imprevisti, e sei al caldo), di solito i sentimenti che genera non sono così intensi come quelli innescati da una vittoria di Campionato all’ultimo minuto che capita una sola volta nella vita. Nessuno dei momenti che la gente descrive come i migliori della propria vita mi sembrano analoghi. Dare alla luce un bambino dev’essere straordinariamente emozionante, ma di fatto non contiene l’elemento cruciale della sorpresa, e in tutti i casi dura troppo a lungo; la realizzazione di un’ambizione personale – una promozione, un premio, quello che vuoi – non presenta il fattore temporale dell’ultimo minuto, e neppure l’elemento di impotenza che provai quella sera. E cos’altro c’è che potrebbe dare quella subitaneità? Una grande vincita al totocalcio, forse, ma la vincita di grosse somme di denaro va a toccare una parte completamente diversa della psiche, e non ha niente dell’estasi collettiva del calcio. E allora non c’è proprio niente che possa descrivere un momento così. Ho esaurito tutte le possibili opzioni. Non riesco a ricordare di aver agognato per due decenni nient’altro (cos’altro c’è che sia sensato agognare così a lungo?), e non mi viene in mente niente che abbia desiderato da adulto come da bambino. Siate tolleranti, quindi, con quelli che descrivono un momento sportivo come il loro miglior momento in assoluto. Non è che manchiamo di immaginazione, e non è nemmeno che abbiamo avuto una vita triste e vuota; è solo che la vita reale è più pallida, più opaca, e offre meno possibilità di frenesie impreviste.”

FEBBRE A 90° (FEVER PITCH), 1997, regia di David Evans. http://www.youtube.com/watch?v=XzN3qVQIEXUL