Sì, è vero. Poteva finire meglio.
Avremmo potuto commettere qualche errore in meno, e chissà adesso di cosa staremmo parlando. E’ vero.
Ma per noi, abituati a esaltarci per imprese compiute a metà, per noi che abbiamo dato le sfumature dell’epica a illusioni crudeli, alla zampata di Voeller col Broendby, al goal di Giannini contro lo Slavia Praga, al sinistro di Guigou e ai riflessi di Antonioli sotto la Kop, alle rincorse di Diamoutene contro l’Arsenal, questa è stata una Champions League esaltante.
E se a cadere, dopo Atletico Madrid, Chelsea, Shakhtar Doneskt e Barcellona, dovevamo proprio essere noi, beh, allora va bene essere caduti così. A casa, davanti a tutta la nostra gente, lottando fino all’ultimo respiro contro l’avversario di sempre. Circondati da un alone di bellezza e gloria.
Come Ettore, sotto i colpi di Achille.
Ma non fia per questo
che da codardo io cada: periremo,
ma gloriosi, e alle future genti
qualche bel fatto porterà il mio nome.
Iliade XXII, 304-305. traduzione di Vincenzo Monti.