Il debutto.
Il morale è alto, il divano è pronto, le birre sono ghiacciate.
L’orario è improbo, il tasso di umidità previsto sul campo fa sudare pure davanti al televisore.
La formazione lascia perplessi. Infatti “Pronti, via!” e la difesa fa ridere. Chiellini terzino sinistro è un abominio tattico, Paletta è un abominio tricologico. Per una nazionale che ha sempre fondato i risultati migliori sulla tenuta difensiva, come inizio non c’è male.
Il centrocampo con il doppio regista è di una lentezza esasperante, oltre che assolutamente inutile se non si prevedono esterni da mandare in profondità (ma su questo bisogna rassegnarsi e rimettersi alle tattiche eticamente di Padre Prandelli). Le fasce sono proprietà indiscussa di Welbeck e Sturridge, Balotelli è talmente abbandonato in attacco da far sembrare la sua presenza come l’obbligata obbedienza alle ferre regole del fantacalcio. Della serie: “un attaccante almeno devo metterlo, sennò becco la riserva d’ufficio”.
Perfetto, dunque. Lenti, impacciati e senza idee: è la nostra partita. E infatti, schema su calcio d’angolo, tiro da fuori e 1-0. Fantastico! Campioni del Mondo! Attimi meravigliosi. Attimi, proprio. Perchè bastano due minuti all’Inghilterra dell’attonito Hodgson per pareggiare.
Ma comunque a ‘sto punto è fatta. Le convinzioni di Rooney e compagni si schiantano sul più classico dei muri difensivi. Stinchi, malleoli e cosce diventano i più insormontabili degli ostacoli. Si tratta solo di cercare il modo per colpire. Scegliamo un vecchio classico: cross da destra, colpo di testa, 2-1.
Andrà come andrà, ma c’è poco da fare: il calcio è “The Italian Job”.
Che Prandelli avrebbe schierato il doppio regista era prevedibile, perché giocava così anche ai tempi della Fiorentina. Nella sua Viola uno dei 2 playmaker è sempre stato Montolivo, l’altro cambiava tutti gli anni: prima Liverani, poi Felipe Melo, poi Cristiano Zanetti eccetera.
Un’altra eredità del periodo fiorentino è la tendenza a mettere due mezze punte davanti ad un unico centravanti: allora erano Santana e Mutu dietro Gilardino, oggi Candreva e Marchisio dietro Balotelli.
Candreva si è dimostrato un trequartista di livello mondiale (ieri i cross partivano TUTTI dai suoi piedi); Marchisio invece ritengo che vada sostituito da uno tra Cassano, Cerci e Insigne, perché non ha abbastanza fantasia per quel ruolo. Ma ieri il primo gol l’ha fatto lui, e quindi per il momento la maglia di titolare non gliela toglie nessuno.
Io la partita l’ho guardata nel miglior contesto possibile: davanti a un maxischermo, con i miei amici accanto e una piacevole brezzolina a rendere l’afa notturna più sopportabile. Notti magiche come queste da sole rendono la vita degna di essere vissuta.
sarò eccessivamente campanilista, ma proprio non riesco ad associare i termini “trequartista”, “livello” e “Mondiale” a Candreva…
De gustibus non est disputandum, ma i numeri parlano chiaro: al mondo sono pochissimi i trequartisti capaci di fare 12 gol in una sola stagione senza giocare in un top club.
E poi, sono 4 stagioni di fila che gioca più di 30 partite: questo prova che ha una grande continuità di rendimento, altrimenti i suoi allenatori gliene avrebbero fatte giocare 15 – 20 come capita alle mezze cartucce tipo Ilicic. Massimo rispetto comunque per la tua opinione. Grazie per la risposta! : )