
Una classica lettura estiva. Leggera, scorrevole, divertente, da sfogliare in spiaggia, sotto l’ombrellone, o la sera al fresco di un refolo di vento. “Argento vivo” è una commedia degli equivoci in perfetto stile-Malvaldi. I tratti caratteristici ci sono tutti: la matematica, la letteratura (e la grammatica!), le battute (talmente spietate da diventare omaggi) sugli ingegneri. Un umorismo mai banale, mai sboccato ma al tempo stesso mai ingessato. Un’ironia diretta, schietta che, in più di un’occasione, mi ha costretto a soffocare le risate (tanto per provare ad evitare di essere scambiato per uno scemo che ride da solo…). Se non ha niente di significativo da dire e vuole semplicemente fare dei discorsi grammaticalmente ineccepibili, smetta di scrivere romanzi e si candidi per il Partito Democratico. Sarà pure “sparare sulla croce rossa” ma – visti i tempi – la chiosa è geniale. E poi Leonardo Chiezzi – protagonista e vittima della serie di equivoci che costituiscono la trama – blogger letterario “maniaco” della punteggiatura, autoironico, innocuamente irascibile alla maniera dei toscani, sembra un personaggio autentico, comune, sincero (molto più del “barrista” – per carità rigorosamente con due erre – Massimo e del suo BarLume). Anzi, sembra proprio Malvaldi.