Il sindaco andrà pure in bici, ma c’è ancora tanto da fare per rendere la città a misura di ciclisti. Repubblica.it ne parla oggi. Io – nel mio piccolo – ne avevo scritto il 23 agosto. Il tema, quindi, è attuale. E la prossima, dal 16 al 22 settembre, sarà la “Settimana Europea della Mobilità Sostenibile“. Forse davanti a questi scempi si dovrebbe indignare anche chi, la bici, non la usa.
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Schifo.
Valerio Verbano aveva 18 anni quando il 22 febbraio del 1980 rientrato da scuola è stato ucciso con un colpo di pistola alla schiena. A casa sua. Da tre militanti fascisti che, spacciandosi per “amici”, avevano immobilizzato la mamma, Carla, e il papà, Sardo.
Valerio frequentava il liceo Archimede ed era un militante di sinistra. Figlio dei “credo” ciechi di quegli anni, partecipava a scontri anche duri e viveva con impegno e abnegazione la sua militanza. Aveva realizzato un “dossier” sulle formazioni di estrema destra romane. Ma aveva 18 anni, e come tutti i diciottenni divideva la sua passione politica con altri interessi. La musica, la fotografia. La Roma.
Una rivendicazione arrivò dai Nar, i Nuclei armati rivoluzionari. Quelli di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, che in quegli anni misero a ferro e fuoco Roma. Carla, la mamma ha continuato per anni a cercare la verità sull’omicidio del figlio, sugli esecutori e sui mandanti, nonostante le indagini zoppicanti e gli indizi scomparsi. Ha scritto, con Alessandro Capponi, un libro bellissimo – che consiglio – “Sia folgorante la fine”. E’ morta nel 2012 senza conoscerla, la verità.
La storia di Valerio Verbano è una di quelle storie che non devono essere dimenticate. Per questo la Provincia di Roma gli ha intitolato un concorso per la presentazione di cortometraggi e progetti multimediali rivolto proprio a ragazzi. A Scampia gli è stata intitolata una strada e a Napoli, a Valerio e a Carla, è stato intitolato l’Auditorium di via Mezzocannone.
Nel 2006 a Roma, in occasione del 26esimo anniversario della morte, alla presenza del sindaco Veltroni, a Valerio è stata intitolata una via nel Parco delle Valli, a pochi metri dalla casa dove è stato ammazzato.
Stanotte questa targa è stata distrutta. Un’azione ignorante, carica d’odio.
Un’azione che fa venire i brividi.
Un’azione che non fa politica. Che non fa nessuna rivoluzione. Fa solo schifo.
‘na serataccia
DATA: Sabato 3 Agosto. ORE: 23 circa. LOCATION: Roma, incrocio tra via del Teatro di Marcello e il Vico Jugario.
C’è tanta gente in giro, è la sera d’inaugurazione del tratto chiuso al traffico di veicoli privati di Via dei Fori Imperiali. Sono previsti spettacoli di teatro, danza, musica fino a tardi. Ci sono famiglie che vanno e vengono, turisti, ragazzi, anziani, semplici curiosi e appassionati. C’è parecchio casino, ma è normale. Fatico a trovare un parcheggio libero per lo scooter. Un parcheggio regolare, intendo. Non mi va di lasciarlo sul marciapiede, non lo faccio mai, è una di quelle cose su cui mi fisso e non transigo. Lo trovo un gesto di un’inciviltà esagerata. Il punto è che parcheggi non se ne trovano perché sono praticamente tutti occupati da automobili. Continuo a girare, mi allontano, e risolvo. Niente di che, tutto normale.
Passeggiando per andare verso il Campidoglio, all’incrocio tra via del Teatro di Marcello e il Vico Jugario, tre vigili chiacchierano tra di loro comodamente appoggiati alla loro fiammante punto griffata Polizia Roma Capitale. Rivolti verso la strada? No. Girati di spalle. A 20 metri da loro, un paio di macchine fanno comodamente manovra per parcheggiare approfittando di alcuni posti che si sono appena liberati. “che culo, penso”. Poi in effetti mi accorgo che i posti che si sono liberati sono proprio su quei parcheggi riservati ai motocicli che cercavo prima..

Lollo (nella parte de “il moralizzatore”): Buonasera mi scusi, potreste evitare che le macchine parcheggino nei posti riservati ai motorini? Così non si occupano i marciapiedi e stasera siamo tutti più contenti.
Vigili (in coro): Eh?
Lollo: Salve, no dicevo se vi giraste vi accorgereste che le macchine sono sui parcheggi dei motorini e i motorini sul marciapiede. Mi sa che sono fesso io che ho parcheggiato più lontano..
Vigile 1: Si
Lollo: Eh? Cioè sarei fesso io?
Vigile 1 (sigaretta in bocca): Si
Vigile 2 [interrompendo l’altro]: eeeeeehhhh ma oggi è ‘na serataccia.
…e riprendono a fumare e a parlare.
Ah beh, se l’abbattimento del traffico e il cambiamento della mobilità – e delle abitudini – sono tra le priorità della giunta direi che si parte col piede giusto. Tanto giornatacce e seratacce a Roma non capitano mai..
un segretario, c’è solo un segretario!
Dicesi “votati alla sconfitta”.