
Francia, 2022.
Il leader della “Fraternité Musulmane” Ben Abbes, sconfiggendo al ballottaggio Marine Le Pen, è eletto Presidente della Repubblica.
Sotto la spinta di questo “nuovo Napoleone”, Algeria, Tunisia, Marocco, Libano ed Egitto in breve tempo si avvicinano e aderiscono all’Unione Europea e i partiti tradizionali, ormai al tracollo, scelgono di non contrastare questo progetto di “ricostituzione dell’Impero romano” sotto il segno dell’Islam. Scegliendo di sottomettersi. E sottomettendo il mondo occidentale alla dominazione finanziaria e culturale dei ricchi Emirati.
Uscito in Italia il 15 gennaio, a pochi giorni dalla strage di Charlie Hebdo, è stato annunciato – e “pompato” (con tanto di presentazioni annullate per ragioni di sicurezza, nella spietata logica di un marketing privo di remore) – come un libro sulla prevaricazione dell’Islam nei confronti dell’occidente.
Non lo è.
E’ un libro sull’opportunismo e sulla debolezza etica degli uomini. Sul rifiuto di solidi principi sociali, professionali, intellettuali e sentimentali.
Il filosofo Michel Onfray (figura molto particolare e discutibile, per la verità), in un’intervista al Corriere della Sera ne ha parlato come di un libro “sulla collaborazione e la fiacchezza degli uomini”. La scelta di questi termini l’ho trovata, pagina dopo pagina, perfettamente calzante. Perchè – per dirla sempre con Onfray – “la sottomissione di cui diamo prova nei confronti di ciò che ci sottomette è attualmente sbalorditiva”.
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