
Il personaggio è interessante. Il maresciallo Pietro Fenoglio ha tutte le qualità del buon investigatore e quella malinconia di fondo che lo rende, agli occhi degli altri personaggi e a quelli – ipercritici – dei lettori appassionati del genere, “una brava persona”. Piemontese trapiantato a Bari, appassionato di musica classica e letteratura, a disagio con le armi, capace di ascoltare senza pregiudizi. Un personaggio “delicato” in un contesto “ruvido”, “di sangue”.
Detto questo, la storia che lo stesso Carofiglio presenta come “la cosa più vicina al poliziesco classico che abbia mai scritto”, non è un granchè. Il colpevole si intuisce subito, e anche il movente è piuttosto facile da immaginare. E per un “poliziesco classico” non è il massimo. Non ho apprezzato, poi, la citazione dell’Avvocato Guerrieri (il personaggio più famoso dell’autore). Una sorta di cameo finale, ma inutile ai fini della trama.
Insomma: carino, ma nulla di più. Mi aspettavo di meglio.