Cito l’On. Roberto Giachetti. Fare ha un prezzo ed è molto più difficile che disfare. Fare insieme necessita l’esercizio di una particolare intelligenza in grado di predisporci a comprendere che quella parola ‘insieme’ nega il principio che la ricetta sia una sola: la nostra. Fare insieme necessita di una disponibilità al confronto e alla rinuncia del ‘tutto noi’. Accade poi che chi non si predispone a questo, chi si chiama e si tiene fuori, non può/sa far altro che opporsi a tutto a prescindere, rinunciando anche a quella parte di proprio che invece avrebbe potuto spendere per il raggiungimento di un obiettivo.
Parole che condivido.
Detto questo, l’Italicum non è, per me, la legge elettorale ideale. Anch’io, come molti, avrei preferito il ritorno al “Mattarellum” e per questo ho sostenuto, nei mesi scorsi, l’iniziativa dello stesso Giachetti. Iniziativa che, però, per una particolare alchimia, ha visto la strenua opposizione dello stesso PD (prima) e M5s (poi). E’ bene non dimenticarlo. Anch’io poi, come molti, ho i pruriti quando sento parlare di accordo Renzi-Berlusconi. Ma non dimentico, come fanno invece alcune semplificazioni giornalistiche (o 5stellistiche, o sinistraelibertistiche) che l’accordo è fra i rappresentanti dei 2 maggiori partiti in Italia. Perché, insisto, piaccia o no, questo è ancora Berlusconi.
Trovo però positivo che il sistema approvato oggi preveda una soglia per il premio di maggioranza, un eventuale ballottaggio e dei collegi plurinominali. Collegi che, seppur con qualche limite, collegando 4 o 5 candidati a un territorio evitano lo squallido sistema delle “liste bloccate” previste dal Porcellum. Sono invece sinceramente sconcertato sulla decisione di rendere valido il sistema solo per la Camera. Per un motivo strettamente legato agli intenti del governo. E’ possibile votare con due sistemi completamente diversi, l’Italicum per la Camera e il proporzionale puro per il Senato? Mi sembra un controsenso se l’obiettivo è creare un sistema che consenta, a chi vince, di governare. Devo quindi credere che, a breve, si procederà alla riforma del Senato. O no?
E nel frattempo, mi chiedo, con quali (e quanti) senatori si garantirà l’iter della legge? Con quelli che, fin da ora, dichiarano che la stessa deve essere profondamente cambiata?
Insomma, Renzi si è preso un bel rischio. Portare a casa questo primo risultato, anche se con molte sofferenze, questo primo risultato sarebbe molto importante, per “sturare” una conduttura “attappata” e consentire all’acqua di riprendere a scorrere. Magari non velocemente come – “una riforma al mese” – aveva annunciato il Premier, ma comunque a scorrere. Altrimenti si rischia un altro pantano.