Parlare di riforme con Berlusconi è sempre un rischio. Non c’è dubbio, e sarebbe miope (oltre che stupido) non dirlo ora. Lo testimonia la storia politica degli ultimi vent’anni. Lo testimoniano i risultati ottenuti dai tentativi, piu’ o meno ufficiali, di D’Alema, Veltroni, Bersani. Perchè Berlusconi è uno squalo, vero. Perchè Berlusconi non guarda in faccia a nessuno (figuriamoci al paese) quando si tratta di tutelare la sua persona e i suoi interessi. Ma anche perchè, chi fino a ieri ha trattato con Berlusconi, lo ha fatto cosciente di come fosse la stessa “presenza” del Cavaliere a garantirgli l’esistenza (e persistenza) sul palcoscenico della sinistra italiana. Sarebbe altrettanto miope (e stupido) “dimenticarsene” ora.
Ma “trattare” e “discutere” non sono sinonimi. E per fare una riforma della legge elettorale non si puo’ non consultare il leader del secondo (secondo?) partito in Italia. Ma è un pregiudicato. Si. Ma è privo di morale. Si. Ma è privo di senso dello stato. Si. Ma finchè i suoi voti sono gli stessi del Pd (un pugno in meno o un pugno in piu’) c’è poco da fare, è (anche) con lui che bisogna discutere.
Renzi, pero’, ha “affrontato” la situazione chiamando Forza Italia alla discussione sulle proposte del Pd, senza quella subalternità che hanno dimostrato negli anni i leader-maximi vari. I risultati li vedremo a breve. E su quelli si dovrà discutere. E quelli, se sarà il caso, si dovranno criticare. Il resto sono solo le solite chiacchiere della solita pseudosinistra. Quella che, peraltro, con Berlusconi ci è andata a braccetto in Bicamerale. Ci ha votato la fiducia la governo Monti. E ci ha sostenuto il governo Letta.
PS: Stefano Fassina ha dichiarato “da militante mi sono vergognato per lincontro”. A Ste’, mai quanto me. Di te.