Ieri, finalmente, è nato il Partito Democratico. E non perchè abbia vinto le primarie Matteo Renzi, il “rottamatore”. Ma perchè, per la prima volta è stato sconfitto in modo netto (verrebbe da dire “asfaltato”) il gruppo dirigente che, finora, ha tenuto il Pd ostaggio di personalismi, piccoli potentati e inciuci vari. Il gruppo dirigente che in passato ha fatto cadere per due volte i governi di Romano Prodi. Che ha resuscitato Berlusconi. Che ha “partorito” i 101. Quello della bicamerale.
Ieri sera il Partito Democratico ha ultimato – finalmente – il suo travagliato percorso di nascita, grazie alla somma dei risultati di Renzi e Civati. Cioè grazie all’82% di consensi ottenuto, con primarie aperte (e, quindi, democratiche), dalle due anime che danno vita al centrosinistra (quello bello, quello senza trattino!). Le due anime che nei circoli, sui territori come nelle istituzioni possono tracciare e percorrere una strada comune (magari anche litigare) senza sprecare tempo a rinfacciarsi appartenenze passate.
Adesso c’è da lavorare tanto e subito. La legge elettorale sarà subito il primo durissimo banco di prova. Meglio così. Meglio dover partire subito a testa bassa. Buon lavoro, dunque, a tutti. E buon futuro all’Italia.
PS. Ho sostenuto Matteo Renzi praticamente da subito, da quando, da presidente della provincia di Firenze annunciava la sua corsa a Sindaco. L’ho sostenuto quando ha iniziato a parlare, aspramente, di rottamazione. L’ho sostenuto nelle scorse primarie, quelle perse contro il segretario Bersani. E l’ho sostenuto ancora di più proprio perchè, quella volta, ha detto “ho perso”, non ha detto “ho non-vinto”. L’ho sostenuto stando sempre all’interno del Partito Democratico. Rimanendo nel Partito Democratico anche quando qualcuno mi dava del fascista, del berlusconiano (e io sono uno che s’incazza…). Quando qualche autoproclamato professore di politica mi spiegava le (loro) ragioni e i (miei) torti. Anche quando, qualcuno che adesso esulta con me (perchè ce ne sono), mi diceva che “i rottamatori vogliono solo spaccare il partito” e “tanto ve ne andrete e farete un partitino personale di centro”. Ho fatto bene, perchè è dall’interno che ho contribuito a fondare, nonostante loro, il Partito Democratico.
PS II. Oh, se poi qualcuno di questi, inconsolabilmente orfano dell’ex-comunista-coi-baffi, voglia tracciarne un’altra di strada…beh io la porta non gliela chiudo.